Ultime News

Il licenziamento del lavoratore a seguito di un controllo occulto e la privacy

La storia Un`azienda incarica un`agenzia investigativa di controllare un proprio dipendente – anche attraverso l`ausilio di strumenti elettronici – per verificare la correttezza del suo operato lavorativo. Nel corso dell`indagine emerg...


Licenziamenti e privacy: non c`è violazione

La storia Un rappresentante sindacale provinciale ha chiesto ed ottenuto due giorni di permesso sindacale per svolgere attività connesse alla sua funzione di sindacalista. L`azienda presso la quale lavora ha dato mandato ad un`agenzia ...


Il dipendente va al bar ed il detective lo fa licenziare

La vicendaLa licenza del detectiveIl controllo occultoLa decisione della CassazioneLa vicenda


Reato universale di surrogazione di maternità: profili critici

Surrogazione di maternità: il nuovo reato universaleRilievi critici: profili di illegittimità Costituzionale e famiglie arcobalenoProfili di effettività della norma e d...


Licenziato il dipendente che dichiara il falso sul lavoro svolto fuori sede

La storiaI controlli degli investigatori privatiIl punto di vista dell`aziendaIl punto di vista del lavoratore


Programma nazionale Giovani, donne e lavoro

Si trasferiscono in un nuovo spazio online i contenuti informativi dedicati al Programma nazionale Giovani, donne e lavoro a titolarità del Ministero del Lavoro e ...


 

Avverso l’ordinanza di accoglimento o rigetto dell’impugnazione del licenziamento, introdotta dall’art. 1, comma 49, l. n. 92/2012 (Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita – c.d. “Riforma Fornero”), è previsto non l’appello, bensì l’opposizione davanti allo stesso giudice, come previsto dall’art. 1, comma 51, della stessa legge. Soltanto contro la sentenza resa a seguito di questa opposizione è ammessa l’impugnazione, a mezzo di reclamo, innanzi alla Corte d’appello. Di conseguenza, contro l’ordinanza ex art. 1, comma 49, l. n. 92/2012, non è applicabile il ricorso per saltum, previsto dall’art. 360, comma 2, c.p.c., poiché questo è contemplato solo in relazione ad una sentenza appellabile.


(Corte di Cassazione, sez. Lavoro, sentenza n. 10133/14; depositata il 9 maggio)